16 novembre 2005

La Warner offre su Internet 14.000 ore di tv

tv onlineE' come imbarcare un treno a vapore sullo Shuttle. Quattordicimila ore di televisione. Non semplice tv, ma Wonder Woman, Kung Fu e tanta altra bella roba un po' "vintage", non ancora "Friends", quello si vende ancora bene alle stazioni televisive che vogliono ritrasmetterlo. Sei canali tematici e una modalità di trasmissione (lo "streaming"), che dovrebbe impedire sia di registrarsi i programmi che di saltare la pubblicità.

Insomma la televisione "chiusa", autoritaria, forte e saporita, com'era Lynda Carter e il suo possente torace negli anni '70. Il tutto, su internet, si chiamerà In2TV. Lo farà America on Line. Ma quella che va da gennaio prossimo in linea sul portale da 110 milioni di utenti unici al mese non è altro che la "libreria", cioè l'archivio della Warner Bros. Che con AOL condivide il Gruppo editoriale di appartenenza, la Time Warner appunto. Si tratta di 800 titoli, ma ogni titolo può nascondere una serie.

In realtà il treno a vapore non è tanto una struttura chiusa, perché si tenterà anche di immettere un po' di televisione interattiva. Mentre il signore di 50 anni si guarderà quel telefilm anni '70 (o lo farà il ragazzo di 15 anni appassionato del "vintage"? Questa è una delle domande che si stanno facendo gli esperti di marketing dopo l'annuncio della Warner), mentre quella trasmissione andrà sullo schermo al plasma del portatile, ebbene ci sarà uno "split screen", cioè si aprirà una sorta di finestra all'interno della quale si potrà partecipare a qualche gioco a premio, del tipo "Chi intepretò il ruolo di Wonder Girl per alcune puntate di Wonder Woman? " (per i curiosi: Debra Winger). Cosa ci perde la Warner Bros a fare questa operazione è chiaro, cosa ci guadagnerà è una delle più adrenaliniche scommesse del capitalismo americano. La società perde la possibilità di fare syndication, cioè vendita a terzi di quella roba, e non potrà più distribuirla in dvd o home video.

Risposta: si tratta di annate vecchie, che hanno dato scarsi risultati nella vendita in negozio e che nessuna televisione al mondo vuol più comprare. Nell'operazione ci può guadagnare, il Gruppo Warner, il rilancio di America on Line che con la Fiction allinea adesso nella sua offerta tv anche lo sport, le notizie e un reality show che sta preparando in collaborazione con la Warner Music, The BiZ, per quelli che vogliono far carriera (non da artisti ma da manager e producer) nel mondo della musica. Insomma la televisione classica, pura e dura, in diretta e su internet. Nemmeno il tentativo di venderla - come altri stanno tentando negli USA - in "unit", in pezzi unici da scaricare sull' iPod per poi vederseli dove ti pare.

No, no: certo puoi approfittare del computer portatile, ma è sul mercato domestico e sulla visione simultanea che si punta. La metà della case statunitensi ha già una connessione in ADSL o larga banda vera (via cavo) e chi ha i contenuti vuol provare a stanare una vena di mercato che potrebbe dare oro. C'è già chi - come la casa di ricerche JupiterMedia - pronostica che andrà male, perché il pubblico giovanile non risponderà e la pubblicità potrebbe non trovare interessante un pubblico di baby boomers annoiati dalla tv contemporanea. Però è difficile che un gruppo come Warner si sia mosso senza un modello di business e una previsione di mercato, non siamo di fronte all'ultima start up di Silicon Valley.

E poi i baby boomers hanno soldi da spendere. Resta un primato per Warner. Quello di aver creato un modello funzionante, ricco di contenuti, di broadcast internet. Un primato virtuale, e non solo per il mezzo. Tutto il mondo hi tech ci sta provando. In Italia anche Alice, il portale di Telecom. L'ipotesi è sempre la stessa: che un pubblico saturo di televisione trovi interessante altra televisione, ma guardandola sul computer. E che trovi, questo pubblico, la voglia per uno sms malandrino o una suoneria allegata al film, pagando così per una televisione gratuita (ma questo non c'è nel modello Warner). E' una idea di internet, che non piace ai pionieri, ma che le aziende provano a mettere in pratica. Chissà se Wonder Woman diventerà Wonder Net... [fonte repubblica.it]